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Arcana Lux Nova Lux

  • CSRE - PISTOIA
  • 28 apr 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

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Con le nuove disposizioni del Governo e la Toscana tornata in zona gialla da lunedì 26 aprile sono state di nuovo aperte le Sale Affrescate del Palazzo comunale e la riapertura sarà inaugurata dal Comune di Pistoia , venerdì 30 aprile alle ore 17, con la mostra Arcana Lux Nova Lux organizzata dal Centro Studi Ricerche Espressive di Pistoia e a cura di Claudio Giorgetti in cui vengono esposte le opere, tutte inedite per Pistoia, di tre artisti: Fabrizio Pelamatti, Filippo Giansanti e Horst Beyer. Pelamatti e Giansanti che formano il duo “I SANTIMATTI” che lavora a quattro mani dal 2009 e l’artista Horst Beyer si confrontano in un percorso espositivo di forte presa visiva teso a coinvolgere emotivamente lo spettatore dove la luce, elemento e forza immateriale, eppure ben misurabile, è la protagonista implicita di questa esposizione. Tutte le opere che vengono presentate rappresentano il punto in cui è arrivata la ricerca e la sperimentazione degli artisti, che è in qualche modo già il loro passato, la Lux Arcana. La Nova Lux si esplicita negli ultimi lavori dove gli artisti dialogano tra loro attraverso opere che si completano e si interfacciano a vicenda pur mantenendo ognuna la propria identità formale ed estetica.

I SANTIMATTI presentano opere che attraverso una complessità di linguaggi simbolici e segnici indagano l’enigma dell’identità, di ciò che travalicando le convenzioni sociali fa di ogni essere umano un individuo unico. La luce che è servita per imprimere la lastra fotografica, o che scivola riflettendosi e disperdendosi in frammenti è la luce che ogni essere vivente custodisce dentro di sé e che i due artisti estrapolano, manipolano, adattano e poi utilizzano per dare vita alle loro creazioni che non solo hanno l’ambizione di collocarsi al centro della scena ma la invadono, uscendo fuori dal supporto bidimensionale per diventare vere e proprie installazioni. “La fotografia – raccontano i SANTIMATTI - è stato e rimane il nostro medium primario ma, già da diversi anni, utilizziamo anche altri media e diversi materiali. Crescendo artisticamente sia come singoli che come duo, la fotografia si è fatta un po’ stretta e abbiamo sentito la necessità di introdurre altri linguaggi che assecondassero maggiormente le nostre sensibilità. Lo scatto fotografico ha perso sempre più il carattere individuale e dominante lasciando spazio ad una progettazione collaborativa della foto che è passata da un’attitudine più prettamente fotografica ad un’invasione dello spazio dal carattere maggiormente istallativo”

Horst Beyer lavora con fili elettrici ormai in disuso, cavi di computer attraverso i quali sono passati milioni e milioni di informazioni, idee, parole, volti e Beyer usa questi cavi come se fossero i pigmenti di una tavolozza. La sua meta-pittura consiste infatti in un intreccio di fili di rame di provenienze differenti, di spessori diversi, spesso “scortecciati” dalla loro guaina di plastica, tesi sulla tela o sollevati da essa, che disegnano nodi, fasce, intrichi e fughe. Sono opere che hanno una natura tessile, traspirante e trasparente, formanti disegni compulsivi, ma ricomposti in un algido ordine cartesiano. Sono opere progettuali altamente pianificate, molto costruite, tutt’altro che spontanee, e vivono con la luce che le fa dialogare con lo spazio. Con i suoi lavori l’artista ha operato una felice sintesi tra superficie bidimensionale e spazio, recuperando un materiale scelto non perché “cosa morta”, ma perché testimone del nostro tempo, della nostra storia. Del nostro vivere ora e qui.

Per puro caso - racconta l'artista - durante la ristrutturazione della casa mi capitò di trovare tanti scarti di fili elettrici di varie misure e colori, e questo materiale stimolò la mia curiosità e iniziai ad usarlo per realizzare qualcosa che esprimesse il mio bisogno di dar vita a forma e colore. Iniziai così ad utilizzare i fili di rame plastificati come se fossero dei colori. Un materiale che aveva una vita tutta sua “interna”, una sua elasticità, un materiale di scarto a cui io davo nuova vita. Come se di nuovo lungo quei fili scorresse energia, luce, informazione. Ormai da più di dieci anni sperimento con questo materiale, che non perde mai il suo fascino, mi ispira a continue sfide e invenzioni”

La mostra, a ingresso libero, sarà visibile da venerdì 30 aprile, dalle ore 17, al 23 maggio tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18

La grafica e il catalogo della mostra sono a cura di Gerardo Paoletti

 
 
 

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